Oggigiorno, la differenza tra livelli di narcisismo sano e disfunzionale è difficile da cogliere. Il continuum tra una posizione in cui l’individuo ha delle caratteristiche di egocentrismo e di intensa concentrazione sulla propria vita e, all’estremo opposto, in cui vi è un funzionamento patologico, sottende una molteplicità di manifestazioni e tracciare una linea netta tra i due aspetti può non essere immediato.
Il termine in sé non ha delle connotazioni positive e si usa, in maniera colloquiale, per riferirsi a persone sgradevoli ed eccessivamente concentrate su loro stesse, con scarsa empatia e insensibilità nei confronti dell’altro. Può sottendere sentimenti di invidia verso persone che hanno ottenuto successo e gratificazioni personali e per questa ragione si dovrebbe sempre fare attenzione all’uso che si fa di questo termine. La rivoluzione culturale dell’avvento tecnologico ha sicuramente influito su alcune caratteristiche preesistenti nella società occidentale, come la focalizzazione sull’individualità del singolo, sulla necessità di successo personale e sull’isolamento dell’individuo dalle gruppalità familiari che lo avevano caratterizzato fino a cento anni prima.
Le forme patologiche di narcisismo sono identificabili ponendo il focus sulla qualità delle relazioni interpersonali. La preoccupazione verso i sentimenti degli altri, l’empatia, la capacità di equilibrare l’attenzione tra sé e l’altro sono caratteristiche comuni dell’essere umano.
Una persona che ha scarso interesse verso l’altro, non è capace di tollerare le ambivalenze delle relazioni interpersonali, incapace di vedersi come agente determinante nei conflitti, che sfrutta le relazioni interpersonali trattando gli altri come oggetti, ha caratteristiche che invece sono tipiche di un disturbo narcisistico.
La letteratura psicodinamica rispetto al disturbo narcisistico di personalità appare molto ampia per via del fatto che la definizione è potenzialmente applicabile a quadri clinici anche molto diversi tra loro (Gabbard, 2015).
Il DSM-5 (American Psychiatric Association, 2013) annovera nove criteri per la diagnosi di disturbo narcisistico di personalità e identificano un certo tipo di paziente narcisista, arrogante, eccessivamente incentrato su di sé e sul proprio bisogno di ammirazione. Questa categorizzazione tralascia però un’altra tipologia di paziente narcisistico, quello ritirato, sottotono, molto sensibile al rifiuto, da cui scaturisce l’evitamento della ricerca di attenzione proprio per non mettere a rischio la fragile grandiosità del proprio sé.
I criteri diagnostici del DSM-5 per il disturbo narcisistico di personalità (APA, 2013) sono:
Un pattern pervasivo di grandiosità (nella fantasia o nel comportamento), necessità di ammirazione e mancanza di empatia, che inizia entro la prima età adulta ed è presente in svariati contesti, come indicato da cinque (o più) dei seguenti elementi:
– Ha un senso grandioso di importanza (per esempio, esagera risultati e talenti, si aspetta di essere considerato/a superiore senza un’adeguata motivazione);
– È assorbito/a da fantasie di successo, potere, fascino, bellezza illimitati, o di amore ideale;
– Crede di essere “speciale” e unico/a e di poter essere capito/a solo da, o di dover frequentare, altre persone (o istituzioni) speciali o di classe elevata;
– Richiede eccessiva ammirazione;
– Ha un senso di diritto (cioè l’irragionevole aspettativa di speciali trattamenti di favore o di soddisfazione immediata delle proprie aspettative);
– Sfrutta i rapporti interpersonali (cioè approfitta delle altre persone per i propri scopi);
– Manca di empatia: è incapace di riconoscere o di identificarsi con i sentimenti e le necessità degli altri;
– È spesso invidioso/a degli altri o crede che gli altri lo/a invidino;
– Mostra comportamenti o atteggiamenti arroganti, presuntuosi.
Per molto tempo la letteratura circa questo disturbo di personalità è stata relativamente povera ma, negli ultimi anni, si è vista la crescita del numero di studi che indagano i costrutti del disturbo, l’epidemiologia, l’eziopatogenesi, la valutazione diagnostica e il trattamento psicoterapico e farmacologico (Campell, Miller, 2011; Ogrodniczuk, 2013).
Vi è ampio consenso sul fatto che il Disturbo Narcisistico di Personalità rappresenta un continuum. Ad un estremo abbiamo un individuo invidioso e avido, che richiede eccessivamente l’attenzione e il consenso degli altri. Questa tipologia di disturbo è stato descritto ampiamente da Kernberg (1970, 1998). All’estremo opposto troviamo un individuo maggiormente vulnerabile dal punto di vista narcisistico, che tende alla frammentazione del Sé. Questo tipo di psicopatologia è descritta da Kohut (1971, 1977, 1984).
I due estremi del continuum possono essere definiti come “narcisista inconsapevole” e “narcisista ipervigile” (Gabbard, 1989). Queste definizioni si riferiscono in particolare allo stile di interazione privilegiato dal soggetto, nella relazione di transfert con lo psicoterapeuta e nelle relazioni sociali in generale.
Alessandro Amo
Bibliografia
American Psychiatric Association. (2015). Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5). Milano: Raffaello Cortina.
Campbell, W. K., & Miller, J. D. (2011). The handbook of narcissism and narcissistic personality disorder: Theoretical approaches, empirical findings, and treatments. John Wiley & Sons.
Gabbard, G. O. (1989). Two subtypes of narcissistic personality disorder. Bulletin of the Menninger Clinic.
Gabbard, G. O. (2015). Psichiatria psicodinamica nella pratica clinica. American Psychiatric Pub.
Kernberg, O. F. (1970). Factors in the psychoanalytic treatment of narcissistic personalities. Journal of the american psychoanalytic association, 18(1), 51-85.
Kernberg, O. F. (1998). Pathological narcissism and narcissistic personality disorder: Theoretical background and diagnostic classification.
Kohut, H. (1971). Narcisismo e analisi del Sé. Tr. it. Boringhieri, Torino 1977.
Kohut, H. (1977). La guarigione del Sé. Tr. it. Boringhieri, Torino 1980.
Khout, H. (1984). La cura psicoanalitica. Tr. it. Boringhieri, Torino 1986.
Ogrodniczuk, J. S. (2013). Understanding and treating pathological narcissism. American Psychological Association.