I modelli psicodinamici al sostegno alla genitorialità vedono la teoria dell’attaccamento di Bowlby come elemento centrale per valutare e comprendere la relazione caregiver-bambino. Secondo questo modello le relazioni primarie sono indispensabili per mettere le basi di quelle competenze autoriflessive che saranno necessarie all’adulto.
La gravidanza è vista come un momento di profonda revisione psico-affettiva e di grandi cambiamenti nella percezione di sé e del proprio corpo, un’esperienza che riattiva la vita fantasmatica della donna i cui contenuti sono legati sia alla sua storia personale sia alla storia della famiglia nelle generazioni. Si tratta di un momento di riorganizzazione della propria individualità che porta a fare i conti con i propri conflitti infantili che riguardano, soprattutto, le relazioni e le identificazioni con la propria figura materna.
Vi è una differenziazione necessaria da fare tra il desiderio di gravidanza e il desiderio di maternità. Il desiderio di gravidanza è visto come un bisogno narcisistico, il bisogno di dimostrare alla propria madre immaginaria di poter procreare, è alimentato da gelosia, invidia e rabbia narcisistica e può portare a stili di accudimento non adeguati, aborti o abbandono del bambino poco dopo la nascita. Il desiderio di maternità, invece, è un autentico e maturo desiderio di prendersi cura del figlio ed è riscontrabile nella creazione di uno spazio mentale in cui prende forma l’immagine del figlio, della relazione con lui e della relazione del padre con il bambino.
La figura del padre è considerata essere molto importante per lo sviluppo del figlio. Anche per il padre vi è la necessità di una revisione della percezione di sé e il confronto con i propri conflitti che, se non risolti, possono compromettere o rendere difficoltosa la sintonizzazione con i bisogni del partner, con il rischio che questi vada incontro a disturbi emotivi o depressivi.
La genitorialità, la nascita di un figlio, rappresenta un momento molto delicato per la coppia, che è chiamata a creare uno spazio mentale in cui poter accogliere il progetto di gestazione. I futuri genitori devono elaborare una serie di cambiamenti che investiranno le loro vite e ciò comporta l’incontro con angosce e perdite di parti di sé. La genitorialità è una situazione evolutiva che riattiva in ciascuno le passate esperienze di attaccamento con i propri genitori e i vissuti di accudimento della propria infanzia. L’accesso alla genitorialità è connesso ad un equilibrio complesso, continuamente da ristabilire, tra diversi tipi di investimento: tra investimento narcisistico e investimento oggettuale del bambino da parte di ciascun genitore, tra investimento narcisistico e investimento oggettuale nel funzionamento della coppia, tra investimenti genitoriali e investimenti coniugali, tra ruolo materno e ruolo paterno.
La capacità del genitore di capire i bisogni del figlio rappresenta una capacità importante e specifica che andrà a favorire l’instaurarsi di un attaccamento sicuro. Lavorare con la genitorialità significa comprendere le situazioni in cui si possono trovare le coppie rispetto ai problemi legati alla genitorialità e le conseguenti dinamiche individuali, di coppia e familiari. Se le crisi rispetto alla genitorialità non vengono affrontate preventivamente possono condurre a stili di accudimento disfunzionali (con ripercussioni sul legame con il bambino) e manifestazioni depressive, come la depressione post partum.